Andalusia on the road
Se chiedi della Spagna, spesso ti imbatti nell'irrisolvibile dicotomia Barcellona - Madrid, ma andando verso Sud, una terra aspra, magica ti rapisce, ti avvolge nei suoi variegati colori tinti di flamenco, ti ubriaca di vita e sangria anche quando il suo sole cocente brucia la pelle e rende difficile il respiro.
Stesa ad ammirare uno storico cielo blu, a Sud della Mancia, bagnata dall'Atlantico e dal Mediterraneo, l'Andalusia si destreggia lentamente tra tradizione e movida per unire i consensi di ogni viaggiatore. Passare dalla Movida della Costa del Sol alla magia arabesca di Cordoba é un breve tragitto costeggiante paesini ricchi di storia e di vita che ti fa venire voglia di fermarti ovunque per parlare con la gente locale e poi spingere ancora il piede sull'acceleratore per viaggiare all'infinito. Stilare un itinerario da percorrere sulle bollenti strade andaluse é un compromesso tra tempo a disposizione e incapacità di scartare luoghi che meritano di essere sviscerati. Dopo aver ammirato in passato la maestosità di Granada e vissuto la movida Malaguena scelgo Cordoba, Siviglia e Tarifa come unici paletti di un viaggio da trascorrere in piena libertà.
Malaga
Il calore che ti assale all'apertura dei portelloni dell'aereo é un'indescrivibile sensazione di piacere, una catarsi per chi vive in piovosi paralleli del mondo, un momento che ho da sempre associato a due luoghi tanto lontani quanto simili, la mia Puglia e la Spagna. Giorno 1, atterriamo all'aeroporto di Malaga e una piacevole afa ci accoglie regalandoci le prime gocce di sudore e una dolce sensazione d'estate. Abbiamo già visitato la città di Picasso a più riprese e non abbiamo intenzione di fermarci. Noleggiamo una Wolkswagen Polo e dopo un detour a Torremolinos battiamo la strada in direzione Cordoba. Dopo aver percorso i primi 50 kilometri a stento, sfrecciando a meno di 40 km orari causa una coda infinita di vacanzieri della domenica iniziamo a penetrare l'essenza della terra Andalusa, osservati da un cielo che gradualmente sfoglia tutte le tonalità immaginabili dall'azzurro intenso all'arancio più denso.
Cordoba
A Cordoba arriviamo verso le 11 di sera. Attraversiamo la periferia per poi raggiungere il centro, direzione Eurostars Patio de Cordoba, un hotel molto ospitale la cui struttura sintetizza lo splendore della città, un calderone di culture, romana, araba, ebraica, cristiana e moderna. Il centro di Cordoba é un nucleo compatto dove la vita di tutti i giorni é scrutata costantemente dalle maestose testimonianze storiche che la rendono una perla senza tempo.
Il primo mattino il sole si leva tiepido . Prendiamo il ponte romano sul Guadalquivir come punto di partenza del nostro pellegrinaggio e ora dopo ora, goccia di sudore dopo goccia di sudore visitiamo l'Alcazar, la Mezquita, le strettissime strade della Juderia, la sinagoga, il palazzo della Mercede, la torre della Malmuerta, la torre di Calahorra, ci rifugiamo all'ombra dei patios dei palazzi del centro storico, diamo refrigerio alle nostre gole secche sorseggiando delle clare ghiacciate, ammiriamo il quotidiano mescolarsi di cordobeses e turisti.
Scoprire Cordoba significa gustarla a partire dal mattino con una tostada accompagnata da un fresco succo d'arancia e soprattutto un salmorejo, una zuppa fredda a base di pomodoro, aglio, pane duro, olio d'oliva e aceto.
Prima di congedarci da Cordoba non potevamo non vivere le sue notti, cadenzate dalle note del flamenco, brucianti, vibranti come le dita dei chitarristi sulle corde di mille chitarre spagnole. Tra i tanti locali della città di Joaquim Cortes siamo attratti dal restaurante Patio de la Juderia, situato a Conde y Luque 6, nel cuore del barrio della Juderia, dove i nostri sensi sono appagati dal gusto di pietanze locali e da un passionale spettacolo di danza e ritmi spagnoleggianti.
Siviglia
Dopo 140 kilometri di strada raggiungiamo Siviglia, il cuore dell'Andalusia, celebre per la mistica Semana Santa, per la Feria de Abril e per le vibranti Sevillanas. Districarsi con l'automobile tra le strettissime strade del centro storico, quando il segnale del GPS ti abbandona può diventare un'impresa. Tuttavia dopo un paio di giri a vuoto raggiungiamo Las Casas de los Mercaderes, nel Casco Antiguo della città, l'hotel scelto per descansar durante il nostro soggiorno Sevillano. Siviglia é una città immensa e visitarla in meno di due giorni é pressoché impossibile. Pertanto decidiamo di perderci nelle sue strade prima di visitare le sue bellezze più rinomate. Partendo da Plaza de Santa Marta girovaghiamo attorno la zona dominata dall'imponente Giralda, poi giù verso la Torre dell'Oro, prima di andare dritto in direzione Parco di Santa Maria Luisa per contemplare uno degli esempi più stupefacenti dell'architettura Neo-Moresca, Plaza de España. Descrivere il suo splendore é inutile, bisogna regalare questo piacere agli occhi, bisogna sentirsi minuscoli in questi 50000 metri quadrati di piazza affacciata sul Guadalquivir, rappresentante l'incontro della Spagna e delle sue antiche colonie e la strada da seguire per giungere in America.
Sono le notti dei Mondiali in Brasile, la notte di Germania-Brasile 7-1 e dopo una stancante giornata sotto i 41 gradi andalusi decidiamo di rimpinzarci di Tapas in un ristorantino all'ombra della Giralda dove ci abbandoniamo alle delizie di una tortilla di camarones e della prima paella del nostro verano spagnolo.
Il secondo giorno Sevillano é caratterizzato da un sole sempre più cocente e da una voglia disperata di vedere il più possibile nel breve tempo a disposizione.
Le strade di Siviglia possono essere caotiche, ma noleggiare una bicicletta, a volte può essere il compromesso perfetto per chi combatte una lotta serrata contro il tempo. Tra una pedalata e l'altra, nel giro di sei ore è possibile passare in rassegna e in ordine sparso la Cattedrale, i Reales Alcazares, la Plaza de la Virgen de los Reyes, la plaza Triunfo, Triana, la Real Fabrica de Tabacos, L'arena della Real Maestranza, la Casa de Pilatos, il Barrio de Santa Cruz e il Metropol Parasol de la Encarnacion. Per la serie una toccata e fuga é meglio di niente.
ll tempo a Siviglia scorre rapidamente e lasciamo la città innamorati del suo splendore, della sua accoglienza, consci che questo luogo ci rimarrà dentro a lungo così come celebra il suo motto NO8DO, "No me ha dejado".
Cadiz
A Cadiz trascorriamo qualche ora, é una tappa obbligatoria prima di proseguire verso Sud, verso Tarifa. Bastano pochi istanti per restarne ammaliati, per essere rapiti dai suoi contrasti, il bianco che sfida il blu intenso del suo mare, la cupola dorata della cattedrale che sembra voglia abbassare il cielo per diventarne il suo sole. A Cadice iniziamo a marciare in maniera dinoccolata, seguiamo il suo ritmo rilassato e scansonato, ci incamminiamo verso il castello di San Sebastian, per poi fare un salto sulla Playa della Caleta, non lontano dal Santa Catalina. La spiaggia, ai piedi del centro storico, é di uno splendore unico, un lungo lembo di terra tra l'Oceano e le mura di una delle più antiche città del Mediterraneo Occidentale. La schiuma dei cavalloni che si spengono a riva rendono il panorama ancora più suggestivo, mi fanno pensare alla lontana Havana de Cuba, mi fan venir voglia di restare.
Zahara de los atunes
Tra Cadiz e Tarifa, c'é un piccolo villaggio appartenente alla municipalità di Barbate, un luogo non conosciutissimo, ma ben noto ai vacanzieri spagnoli, Zahara de los Atunes. L'antico villaggio sembra esser rimasto intatto e privo di deturpazioni urbanistiche, sebbene numerosissimi sono i ristoranti, i chiringuitos, i bar che partendo dal centro storico si riversano sulle sue piazze. Zahara de los Atunes mi era stata consigliata principalmente per 3 motivi: le bistecche di tonno, i mercatini artigianali e i concerti lungo la spiaggia che attirano numerosi turisti e comunità hippies. Dopo aver visitato alcune bancarelle, bevuto l'ennesima clara e gustato la bontà di una bistecca di Atun Rojo de Almabrada, marciamo a piedi nudi sulla finissima sabbia bianca della spiaggia per assistere ad un meraviglioso tramonto reso indimenticabile dai ritmi vitali delle percussioni di un gruppo ispano-brasiliano.
Tarifa
La strada che congiunge Zahara de Los Atunes e Tarifa é tortuosa e impegnativa se percorsa di notte. In un'oretta circa raggiungiamo la Meson de Sancho, un Hotel rurale situato lungo la Carretera 340, al limite del Parco Naturale de los Alcornocales, a metà strada tra Tarifa e Algeciras. La casa rurale é un magnifico luogo di relax, una perla perfetta per sfruttare al massimo la rigogliosa natura circostante e le bianche spiagge di Tarifa. La stanza che ci viene assegnata é la ciliegina sulla torta di un viaggio al di là della perfezione; aprendo le ante delle persiane notiamo che il nostro balcone altro non é che una sorta di terrazza privilegiata che si affaccia sul golfo di Tangeri.
Tarifa é una città di unione e confine, il punto d'incontro tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo , la finestra Europea sul Marocco, un luogo in cui si respirano due culture prossime e per la prima volta mai così distanti. Trascorriamo la giornata sulla vicina spiaggia di Valdevaqueros, prima di tornare a rilassarci alla Meson de Sancho e infine immergersi nella sorprendente Noche Blanca di Tarifa, tra musica, odori e sensazioni di mezza estate.
Gibraltar
A un'oretta di macchina da Tarifa c'è un lembo di terra, una delle antiche Colonne d'Ercole, un minuscolo territorio, una dipendenza d'oltremare britannica, Gibilterra. Sulla strada per Gibilterra canticchio Clandestino di Manu Chao e penso che stiamo per visitare un territorio così importante dal punto di vista politico, solo per onorare la presenza delle uniche scimmie semi-selvagge d'Europa, le simpaticissime bertucce. Arrivare alla Linea Concepcion, l'ultimo tratto di Spagna prima delle frontiera é una sensazione bizzarra, e dover mostrare il passaporto prima di passare "dall'altra parte" dove si parla inglese, dove le scritte sono in inglese, dove i bar diventano pub é per me qualcosa di aberrante.
Passata la frontiera osserviamo l'inconfondibile profilo della Roccia calcarea e decidiamo immediatamente di abbandonare il carosello di turisti/autoctoni che si riversano lungo strade spagnole dai suoni e caratteri britannici per salire verso la riserva e incontrare le bertucce. Il panorama che osserviamo sarebbe mozzafiato se non fosse per il terribile porto di Algeciras, per i palazzoni eretti senza rispettare la bellezza del golfo ospitante e per la pista di atterraggio di un aeroporto che puoi praticamente attraversare a piedi.
Appollaiate sulle ringhiere della riserva ad attenderci ci sono le bertucce dallo sguardo attento e malinconico, che osservano il mare quasi a contemplare orizzonti dai quali secoli orsono sono state deportate. Le scimmie semi-selvagge o semi-libere sono da sempre il vero simbolo del posto e secondo una credenza popolare il Regno Unito manterrà il controllo di Gibilterra finché le scimmie risiederanno nella riserva. La vita delle bertucce é a volte resa impossibile dall'intrusione dei turisti, ma osservare l'umanità e l'agilità di questi esseri é per me l'unico motivo di questa visita.
Malaga
Il viaggio On the Road é ormai agli sgoccioli, lasciamo Gibraltar, lasciamo Tarifa e ci avviamo alla volta di Malaga per l'ultima notte spagnola. Lasciamo la macchina alla stazione Maria Zambrano, ci incamminiamo verso l'ostello La Casa Mata Central per lasciare i nostri bagagli e abbandonarci ai residui di una vacanza che vorrei non finisse mai. E' la notte della finale dei Mondiali, é la notte di Argentina-Germania e tra le tapas del mio baretto preferito, Pepe y Pepe, tifiamo per l'albiceleste ma i nostri sogni si infrangono sul gol di Mario Goetze che regala la coppa ai tedeschi e sancisce la fine delle nostre vacanze.
Mille sono state le piccole sensazioni che hanno reso indimenticabile questi giorni, mille sono gli attimi che andrebbero raccontati e altrettanti quelli che é meglio lasciare sotto i discreti occhi vigili della memoria, tutti questi frangenti ancora una volta mi ricordano come questa sfuggente vita sia fatta di piccoli momenti.