Cartolina da Madrid
Cala la sera sulla Gran Via, le luci si accendono, la città continua a vivere, la gente si riversa sull’arteria più vitale della città, gli autisti farneticanti strombazzano nel traffico caotico e il vento freddo di novembre trasporta gli odori provenienti dai bar di tapas, dai ristorantini, dal museo del jamon. È la frenesia della notte madrilena fatta di viandanti, mendicanti, turisti, artisti, alchimisti che si incontrano e si scontrano come le labbra delle castañuelas.
L’eco di migliaia di suoni e parole si propaga e si avvicenda così come gli hotel, i teatri, le vetrine dei negozi, gli edifici rappresentativi e gli emblemi della strada: il teatro Lope de Vega, l’Edificio Capitol con il segnale illuminato della Schweppes che osserva Plaza Callao , l’Edificio Telefonica e tutto il resto sino al congiungimento di Calle Gran Via con Calle de Alcalà vigilato dal Metropolis e dal Grassy. Camminiamo, scansiamo la gente, scherziamo, ridiamo, facciamo tappa in un negozio perché cerchi una sciarpa, anzi una “bufanda” lunga e intonata al vivace colore della tua giacca e poi scendiamo giù sino all’incrocio dove si può ammirare contemporaneamente il Banco de España,Plaza de Cibeles, e l’esuberante Paseo del Prado. È un momento sereno, è un rapimento estatico, è la magia della Gran Via è il calore spagnolo che smorza l’alito gelido dell’inverno, è un abbraccio che mitiga il freddo, è una mano che ne riscalda un’altra, è una passeggiata con te, è un incontro a lungo vagheggiato, è una delle tante cartoline da Madrid.